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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Stanley Tucci in Italy: quando il gusto incontra il cuore (e il cinema)

Ci sono viaggi che si fanno con la valigia in mano, e altri che si fanno con la forchetta. "Tucci in Italy" , la docu-serie di Stanley Tucci, è entrambi. Un viaggio nelle regioni italiane che non si limita a raccontare il cibo, ma ne fa una lente per leggere l’identità, la storia e l’anima di un paese che sa ancora sorprendere. Perché ho scelto di guardarla? Ammettiamolo: Stanley Tucci è irresistibile (o almeno lo è per me! Ne ho parlato a cena con delle amiche e non tutti erano d'accordo con la mia affermazione). Elegante, intelligente, con quella calma garbata da attore che sa osservare prima ancora di parlare. È da sempre uno dei miei attori preferiti e quando ho scoperto che aveva creato una serie sull’Italia e la sua cucina... be’, non ho resistito. Amo il cibo, la cultura gastronomica, e ancor di più amo chi sa raccontarla con rispetto e curiosità. Tucci ha origini italiane, ma il suo amore per questa terra va ben oltre le radici familiari. In ogni episodio, si per...

Dancing Queen e altre magie: una notte con gli ABBA (quasi) dal vivo. #TiportoConMe

Ieri sera, dentro il Teatro Al Massimo di Palermo, è successa una cosa meravigliosa: il tempo si è fermato — o meglio, è tornato indietro. Sul palco: paillettes, luci scintillanti e un’energia che ti travolge fin dal primo “Mamma Mia”. Il "ABBA DREAM TRIBUTE SHOW" non è solo un concerto. È una dichiarazione d’amore a quella musica che, a distanza di cinquant’anni, continua a far ballare tutti: dai fan della prima ora a chi ha scoperto gli ABBA grazie a “Mamma Mia!”  Se non hai mai visto Mamma Mia! non possiamo essere amici mi dispiace. Questo articolo funziona un po' come il gioco dell'oca, se sei arrivato qua, ferma la tua pedina e torna indietro, vai su Netflix e premi play su Mamma Mia! poi torna qua. Due ore di pura gioia Lo show inizia puntuale alle 21:00 (che per me che amo essere a letto entro mezzanotte come Cenerentola non è affatto un aspetto da sottovalutare) e va avanti per due ore di pura nostalgia felice . I costumi sono fedeli all’epoca d’oro, tra ...

"L’amore che ho": Rosa Balistreri, la voce che urlava la Sicilia

Sono stata al cinema a vedere L’amore che ho , il nuovo film di Paolo Licata sulla vita di Rosa Balistreri. E posso dirlo senza esagerare: sono uscita dalla sala con un nodo in gola. È uno di quei film che ti restano addosso, che non riesci a scrollarti nemmeno il giorno dopo. Anzi, forse te li porti dentro per sempre. Rosa Balistreri… la conoscevo, ma non così bene. Ho sempre cantato Ahi ahi ahi moru moru moru senza sapere chi ci fosse dietro. Sapevo che era una cantante siciliana, certo, ma non avevo mai approfondito davvero. Dopo questo film, però, mi è sembrato quasi di averla incontrata. Di averle sentito il fiato sul collo. Di aver vissuto un pezzo del suo dolore. Perché chiamarla “cantante” è quasi riduttivo. Rosa era una forza della natura, una donna fatta di ferite, rabbia, poesia e resistenza. Una che ha vissuto una vita durissima e ha trovato nella musica l’unico modo per non esplodere. O forse per esplodere nel modo più giusto. Le sue non erano canzoni da sottofondo....

Ricetta naked carrot cake o per dirla alla buona, la torta alla carota senza fronzoli

Diciamoci la verità: non tutte le torte vogliono fare le dive. Alcune, come lei — la naked carrot cake — o, per dirla alla buona, la torta alla carota senza fronzoli preferiscono stare in disparte, senza panna montata che fa onde e senza coperture da red carpet. Ma attenzione: dietro la sua aria semplice si nasconde un concentrato di gusto, profumo di cannella e tanta, tantissima sostanza. Una torta alla carota senza fronzoli, sì, ma con un’anima bella tosta. Non serve saper scolpire rose con la crema o avere mille stampi diversi: per questa torta bastano una ciotola, una grattugia e la voglia di sporcarsi un po’ le mani. È una di quelle ricette che ti fa sentire brava anche se hai solo acceso il forno senza bruciare niente. Le carote fanno finta di essere l’ingrediente sano (e va bene così), mentre le spezie entrano in scena e trasformano tutto in una piccola magia da credenza. Allora basta perdermi nelle chiacchiere, ecco a voi la torta che dovete assolutamente replicare! Il pro...

Ritorno a Panem: come Hunger Games ha riscritto la distopia e la mia adolescenza

 C’è un momento preciso in cui ho capito che la scuola non avrebbe potuto insegnarmi nulla di più utile di Hunger Games : era il 2014 , avevo quindici anni , e mi facevo interrogare per prima solo per avere il tempo, durante le interrogazioni altrui, di leggere Katniss che lanciava frecce e sfidava il sistema. Priorità, no? (No scherzo, non fate come me.) Ora, più di dieci anni dopo, Suzanne Collins torna con L’alba sulla mietitura , e il richiamo a Panem è stato irresistibile. È come se mi avessero richiamata a casa. O almeno a casa di Haymitch, con qualche bottiglia in meno e parecchi traumi in più. L’alba sulla mietitura : ovvero “cosa ha fatto Haymitch per meritarsi tutto quell’alcol” Ambientato 24 anni prima degli eventi del primo libro, il nuovo romanzo ci porta dritti dritti nella 50ª edizione degli Hunger Games, quelli in cui Haymitch Abernathy — sì, il nostro sarcastico mentore dal cuore spappolato — vince i giochi e perde un bel po’ della sua umanità lungo la strada. ...