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Clementina di Giuliana Salvi, la pedagogia che abbraccia gli ultimi banchi

Ci sono libri che non si limitano a raccontare una storia, ma entrano in dialogo con la nostra esperienza, con la nostra vocazione, con quella parte intima e vulnerabile che continua a credere (anche quando fa fatica) nel potere dell’educazione. Clementina di Giuliana Salvi, ispirato alla vita vera di Clementina Martello, mamma, pedagogista e donna di fede concreta e combattuta, è uno di quei libri.


Chi era Clementina Martello?

Clementina Martello è stata una pedagogista che ha dedicato la sua vita ai ragazzi "di confine", quelli che spesso la scuola fatica a vedere. La sua storia, raccolta e narrata dalla penna sensibile di Giuliana Salvi, diventa testimonianza viva di una pedagogia che non giudica, ma accompagna; che non si accontenta dei programmi, ma guarda negli occhi.


Giuliana Salvi, l'autrice

Questo non è un libro “devozionale” nel senso più tradizionale: qui la fede non è uno sfondo dolce e consolatorio. Qui ci si arrabbia con Dio, ci si confronta con l’assurdo della vita, si prega con le mani sporche di quotidiano. Ed è proprio questa fede imperfetta e vera che rende Clementina così vicina, così umana.

Ho amato questo libro perché parla di maestre, di quelle che non si arrendono al cinismo. Perché parla alle donne e delle donne, di sorellanza, di desiderio di cura, ma anche di fragilità e stanchezza, quelle che raramente trovano spazio nei racconti sulla scuola.

Clementina sceglie i ragazzi che definirei “degli ultimi banchi”, quelli che spesso persino gli insegnanti smettono di chiamare per nome. Lei no: lei resta. Lei guarda. Lei insiste. È in questo sguardo che ho ritrovato la ragione profonda per cui si insegna: non per formare alunni perfetti, ma per far sentire qualcuno atteso.

Sul filo narrativo scorrono anche le storie delle sorelle di Clementina e dei suoi figli. Emira in particolare mi è rimasta nel cuore. Perché questo libro non parla solo di scuola: parla di famiglia, di crescita, di identità che si intrecciano tra generazioni di donne.

Quello che resta, chiudendo il libro, è una domanda semplice e potentissima: “Chi sto scegliendo di guardare?” Forse educare, e vivere, è tutto qui: decidere ogni giorno chi mettere al centro del nostro sguardo. 

Clementina Martello ha scritto un libro chiamato La pedagogia della mamma edito nel 1935. In questo testo, Clementina Salvi Martello condivide la sua esperienza educativa maturata come madre e pedagogista. Il libro si distingue per un approccio pratico e affettuoso, incentrato sull'importanza dell'amore e della presenza consapevole nella crescita dei figli.


Clementina Martello

Se volete approfondire la storia di Clementina, oltre a leggere il romanzo, vi consiglio un articolo molto interessante che trovate sul Corriere Salentino.it 

Come studentessa di Scienze pedagogiche, leggere Clementina e scoprire l’opera pedagogica di Clementina Martello è stato come incontrare un modello vivo di ciò che spero di diventare: un’insegnante che non si limita a trasmettere nozioni, ma che vede, ascolta e accompagna ogni ragazzo, soprattutto chi spesso viene dimenticato.
Mi ha colpito profondamente la sua capacità di unire rigore pedagogico e amore autentico, senza rinunciare a essere onesta con le difficoltà della vita e della fede.
Questa lettura mi ricorda ogni giorno che educare significa prendere sul serio la dignità di chi ci sta di fronte, e che la pedagogia più potente nasce dal cuore, dalla presenza e dalla perseveranza.








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