Quando un libro riesce a farti sorridere, commuovere e riflettere nello stesso momento, capisci che hai incontrato un personaggio speciale. Così è stato per me con Agnes Browne, la protagonista nata dalla penna di Brendan O’Carroll e portata sul grande schermo da Anjelica Huston.
Una donna comune, straordinaria nella sua semplicità
Agnes è una vedova dublinese degli anni ’60 che cresce da sola i suoi sette figli. Nonostante la povertà e i problemi quotidiani, affronta la vita con ironia, determinazione e un’irriducibile voglia di andare avanti. È una madre che non rinuncia a sognare e che riesce a trasmettere ai suoi figli la forza di credere in un domani migliore. E sarà che, da persona normale, sono sempre alla ricerca di storie di persone altrettanto normali (un giorno forse parlerò di quanto penso scarseggi la narrazione della normalità) ma questo romanzo mi è rimasto nel cuore.
Ma Agnes non è da sola...
Accanto a lei c’è sempre Marion, la sua inseparabile amica. Marion non è solo una spalla, ma una presenza costante che rappresenta il valore dell’amicizia femminile in tempi difficili. Le due donne si sostengono a vicenda tra confidenze, risate e piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza. È una relazione che nel romanzo e nel film emerge come una vera e propria ancora di salvezza: dimostra quanto le reti di solidarietà tra donne siano state (e siano tuttora) fondamentali per affrontare le sfide della vita. C'è una frase che Anjelica pronuncia nel film che mi ha colpito particolarmente. Dopo essere stata corteggiata da un uomo che è totalmente diverso dal marito defunto, lei, in un momento di confidenza con il francese gli dirà: Ho capito dopo la morte di mio marito che lui non è mai stato un mio amico, e grazie a Marion ho scoperto cosa voglia dire avere una migliore amica.
Lei antepone la sua amicizia con Marion al rapporto vuoto con il marito. Marion le ha fatto scoprire l'amicizia, aspetto manchevole della sua vita matrimoniale. Se questo non è un elogio all'amicizia io non so cos'è.
Alcuni dei miei momenti preferiti, sono proprio quelli condivisi con Marion. Dico solo: organismo! Chi ha letto i libri sa, e si starà facendo una bella risata.
Il primo romanzo, The Mammy (in italiano Agnes Browne mamma), apre le porte al mondo dei Browne. O’Carroll continua poi la saga con The Chisellers (I marmocchi di Agnes) e The Granny (Agnes Browne nonna) ampliando il ritratto di una famiglia tanto imperfetta quanto autentica. E non dimentichiamo il prequel Agnes Browne ragazza.
Curiosità: il film fu presentato al Festival di Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs e ricevette una standing ovation. Huston rimase talmente colpita dalla lettura del libro che volle acquistare personalmente i diritti e interpretare Agnes, un ruolo a cui si è dedicata con grande passione.
Brendan O’Carroll, l’autore della saga, è un comico e scrittore irlandese noto soprattutto per il personaggio di Mrs. Browne, protagonista di spettacoli teatrali e della serie TV Mrs. Brown’s Boys. Con Agnes Browne, O’Carroll ha saputo intrecciare il suo talento comico con la capacità di raccontare la vita quotidiana della working class dublinese. Negli anni ’60, infatti, l’Irlanda era ancora segnata da forte povertà, disoccupazione e da un modello sociale conservatore in cui le donne, soprattutto le madri sole, affrontavano enormi difficoltà. Agnes incarna quindi non solo una storia personale, ma anche uno spaccato autentico di quell’epoca.
Leggere di Agnes o guardarla sullo schermo significa immergersi in una Dublino popolare, fatta di mercati, chiacchiere tra vicini e sogni che resistono al tempo. È un invito a guardare alla vita con più leggerezza e, al tempo stesso, più coraggio.
Avete letto i libri o visto il film? Vi siete lasciati conquistare anche voi da Agnes Browne e dalla sua incredibile forza? Raccontatemelo nei commenti!
Come ricorda Agnes alla fine della sua storia, o meglio, la voce narrante, mai smettere di sognare. E forse è proprio questo il dono più grande che ci lascia Agnes: la certezza che, anche nei momenti più bui, la capacità di sognare ci rende invincibili.









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