Cupido ha la laurea in fisica: il boom dei romance STEM (+ recensione The love hypothesis di Ali Hazelwood)
Correva l’anno 2023 quando una me fortunata ha avuto l’onore e la fortuna di poter partecipare al suo primo RARE.
Per le lettrici romance, partecipare al RARE è come vincere alla lotteria. Immagina le tue autrici preferite, provenienti da tutte le parti del mondo, più le tue amiche lettrici – spesso conosciute solo online – che si incontrano tutte sotto lo stesso tetto.
Se ripenso alla fortuna che ho avuto (sì, perché partecipare a questi eventi è davvero una fortuna: devono allinearsi una serie di astri – ferie lavorative, disponibilità economica, soprattutto per chi viene dal Sud e deve affrontare una spesa non indifferente – e una buona dose di velocità per accaparrarsi un biglietto che va a ruba), mi sento male dalla felicità.
Proprio durante questa occasione di festa (perché ogni evento legato a qualcosa che ti appassiona è una festa), ho conosciuto alcune delle autrici che più stimo nel panorama romance. Tra queste, proprio lei: Ali Hazelwood, la mamma degli STEM.
Essendo una lettrice “di pancia”, però, non ho letto il suo primo romanzo (acquistato proprio al RARE e autografato dall’autrice) per primo. Così The Love Hypothesis è rimasto nella mia libreria fino a poche settimane fa, ad aspettare il suo momento.
Nel frattempo avevo già letto tutte le novelle e il suo primo (e al momento unico) fantasy, ma non ancora lui: il romanzo che l’ha fatta esplodere.
Ovviamente, dopo averlo letto e amato così tanto, mi sono detta (come sempre in questi casi): “Perché non l’ho letto prima?”
Ma la verità è che io sono convinta che ogni libro arrivi al momento giusto, e TLH è arrivato dopo la pubblicazione del mio terzo romanzo – una pubblicazione sudata per mille motivi – proprio quando avevo bisogno di leggere altro che non fosse il mio testo rivisto all’infinito. E soprattutto è stata una lettura che mi sono goduta al 100%, come non accadeva da un po’.
E ho pensato: perché non parlarne sul blog? Magari incastrando anche l’argomento più ampio del mondo STEM.
Così eccomi qua, pronta a parlarvi dell’unico universo capace di farmi amare persino la matematica (mia acerrima nemica dai tempi della scuola) e suggerirvi qualche titolo – italiano e non.
Allacciate le cinture. Non si parte per Marte, ma ci avvicineremo sicuramente. Perché i romance STEM hanno questo potere: ti trasportano lontano… generalmente in compagnia di un ingegnere fico.
Partiamo dalle basi, cosa sono i romance STEM?
Sono romanzi rosa in cui uno o entrambi i protagonisti lavorano in ambiti scientifici, tecnologici, ingegneristici o matematici. Spesso si tratta di scienziate, programmatori, ricercatrici, professori universitari o ingegneri alle prese con formule... e sentimenti!
Questi libri mescolano la passione dell’amore con il fascino della mente, mostrando che cervello e cuore possono (e devono!) andare d’accordo.
Perché stanno diventando popolari?
Secondo il mio pensiero per due ragioni:
Diversità di ambientazione: Laboratori, campus universitari, conferenze scientifiche... un cambio piacevole rispetto ai classici "cliché" romantici (che comunque a noi non dispiacciono).
Empowerment femminile: Le eroine STEM sfidano stereotipi di genere, mostrando forza, indipendenza e vulnerabilità emotiva.
Quali sono i temi ricorrenti?
Intelligenza emotiva VS intelligenza razionale
Sindrome dell’impostore
Conflitti accademici o professionali
Slow burn (relazione che cresce lentamente) e se me lo chiedete, è la parte che preferisco!
Scontri tra rivali in ambito scientifico
Ma lo STEM non si limita a puro intrattenimento, può essere molto di più...
Dalle pagine al laboratorio: come i romance STEM avvicinano le ragazze alla scienza
Tra le mani una storia d'amore, nella mente un’idea: “E se potessi farlo anch’io?”
È questo il potere silenzioso dei romance STEM, capaci di ispirare le giovani lettrici mostrandole in ruoli che un tempo sembravano irraggiungibili. Non più solo principesse da salvare, ma protagoniste brillanti, ambiziose, capaci di decifrare il DNA tanto quanto i segnali del cuore.
Romanzi come "The Love Hypothesis" o "The Kiss Quotient" mettono al centro donne scienziate, spesso alle prese con pregiudizi, insicurezze o ambienti accademici competitivi. Ma ciò che colpisce è la normalizzazione del talento femminile in ambito STEM: il fatto che sia “cool” essere intelligenti, curiose, determinate.
Per una lettrice giovane, che magari sogna un futuro in laboratorio o sogna di iscriversi a ingegneria, leggere queste storie è come trovare una guida invisibile: una rappresentazione positiva che dice “Puoi farcela. Puoi amare la scienza. E puoi anche amare.”
In un momento storico in cui la presenza femminile nelle carriere scientifiche è ancora sottorappresentata, la narrativa può fare la sua parte: alimentare l’immaginazione, rinforzare l’autostima e contribuire a rompere vecchi stereotipi. In fondo, l’amore per la scienza può nascere anche da un romanzo rosa.
Inoltre, i romance STEM puntano l'obiettivo anche su un fattore di denuncia, ovvero sulle molestie che spesso le donne subiscono in questi ambiti proprio perché donne in ambienti (ancora) prettamente maschili. Il maschilismo che dilaga negli ambienti scientifici viene denunciato, come è giusto che sia.
Ecco una citazione di Ali Hazelwood in merito:
“Volevo scrivere storie in cui le donne intelligenti, nerd, scienziate fossero protagoniste. Perché lo siamo anche nella vita reale, anche se spesso non ci vediamo rappresentate.”
Ali Hazelwood, intervista per The Nerd Daily
E a proposito di Ali, che dire del suo THE LOVE HYPOTHESIS, i miei due spicci, come sempre, dopo la trama:
Olive Smith è una dottoranda in biologia che non crede più tanto nell’amore, ma ci tiene a dimostrare alla sua migliore amica di essere andata avanti dopo una relazione finita. Così, in un momento di panico, finisce per baciare... il primo uomo che passa. Peccato che quel primo uomo sia Adam Carlsen, giovane e temuto professore di laboratorio, noto per il suo carattere burbero e per le recensioni stroncanti sulle ricerche degli studenti.
Da lì, nasce un finto fidanzamento con uno scopo preciso e (ovviamente) temporaneo. Ma tra esperimenti scientifici, convegni accademici e inaspettate complicità, la chimica tra Olive e Adam inizia a diventare sempre meno teorica…
Cosa ne penso?
The love hypothesis è quel tipo di romanzo che ho finito con un sorriso ebete stampato in faccia e il cuore pieno. L’ho amato. Per davvero.
Ali Hazelwood ha centrato in pieno quella rara alchimia tra scrittura brillante, romanticismo slow burn e tematiche profonde trattate con leggerezza e rispetto. La relazione tra Olive e Adam cresce piano, con ritmo e realismo, senza forzature: ogni battuta, ogni sguardo rubato, ogni goffaggine costruisce qualcosa di credibile. E quando arriva l’intimità, è trattata con una tale delicatezza e consenso esplicito che non puoi non apprezzarne la cura. Empatia, rispetto e un approccio sano alla sessualità: applausi. Abbiamo una protagonista che non vede il sesso come un elemento fondamentale, anzi. E secondo me è giusto che si parli anche di questo aspetto nei romance.
E poi... i dialoghi. Mamma mia, i dialoghi! Sarcastici, pungenti, mai banali. C’è una leggerezza che non scade mai nel superficiale, ma che anzi fa da contrappeso a tematiche più serie, come la precarietà nel mondo accademico, il sessismo, il gaslighting, e la solitudine che può derivare da ambienti altamente competitivi.
Adam è il classico grumpy apparentemente impenetrabile, ma con strati su strati di dolcezza repressa. Olive, invece, è una protagonista a cui ti affezioni subito: è imperfetta, brillante, goffa, ma sempre vera. E insieme? Sono pura dinamite chimica.
In un panorama dove spesso i romance seguono formule già viste, questo romanzo si distingue per la voce ironica, il ritmo scorrevole e una storia che ha cuore, cervello e tanta, tantissima anima.
SUPER CONSIGLIATO!
ALTRI CONSIGLI?
Caldamente consigliata è la serie The Goldsmiths di Paola Chiozza, regina dello STEM italiano.
The kiss quotient Helen Hoang
e le tre novelle di Ali Hazelwood
In un mondo che ci vuole sempre razionali, performanti e incasellate, leggere storie dove cuore e cervello coesistono, si scontrano e poi si scelgono è una carezza all’anima.
I romance STEM fanno questo: ti mostrano donne che non si scusano per essere intelligenti, uomini che non temono l’uguaglianza, e relazioni costruite sulla comunicazione, sul rispetto e su una complicità che nasce prima dei baci.
E se anche tu, come me, pensavi di odiare la matematica… potresti scoprire che, con la giusta equazione romantica, persino un’equazione può diventare poesia.
Alla prossima scoperta librosa – e ricordate: le scienziate leggono romance. E vincono.

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