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Ti racconto un libro... Una torta per dirti addio

 

Tra parole e torte: la vita di Nora Ephron e la sua eredità nel romanzo "Una torta per dirti addio"


Me lo ricordo ancora, come se fosse ieri. Era il mio terzo anno di liceo e, come al solito, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Non fraintendetemi, non ero un’outsider: mi trovavo bene con i miei compagni, non avevo difficoltà a socializzare. Ma c'era una solitudine che mi accompagnava, quella della mia cameretta, dove mi rendevo conto di non essere come gli altri.

Da adolescenti, tutti, prima o poi, ci sentiamo smarriti e incompleti. Io credevo di essere l'unica a vivere quella sensazione. Intorno a me, sembrava che i miei coetanei avessero tutto sotto controllo: erano più sicuri di sé, più determinati, ognuno brillava per qualcosa. E io? Non ero particolarmente brava in niente. Non che oggi senta di eccellere in qualcosa in particolare, ma almeno ho imparato a fare tante cose senza cercare la perfezione in ognuna di esse.

In quel periodo, desideravo qualcosa che mi rappresentasse, qualcosa che mi facesse sentire più sicura di me stessa. La mia autostima era ai minimi storici e cercavo disperatamente una via per migliorarla.

Poi, un giorno, sui social (Facebook, per la precisione, perché Instagram non esisteva ancora) trovai una citazione che mi colpì profondamente. Era tratta dal film Julie & Julia di Nora Ephron:

“Lo sai perché mi piace cucinare?”
“No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!”



La frase mi colpì come un pugno allo stomaco. Non solo mi fece venire voglia di vedere il film, ma anche di mettermi ai fornelli. Perché, ammettiamolo, a sedici anni ogni giorno sembra essere una giornata "no".

Così, decisi di provare a fare dei cookies con gocce di cioccolato. 

Non era la torta al cioccolato che immaginavo, ma il risultato fu sorprendente: vennero buonissimi! Decisi di portarli a scuola il giorno successivo, e, con mia grande sorpresa, furono apprezzatissimi da tutti.

Quella giornata non solo mi insegnò a preparare dei cookies, ma mi fece anche capire che la cucina poteva davvero offrire quel tipo di conforto che cercavo.

Da quel momento, iniziai a cucinare regolarmente, e non smisi più. Ogni volta che allacciavo il grembiule, mi sentivo più in sintonia con me stessa. E questo vale tutt'ora. 

E il film? Naturalmente lo vidi, e divenne uno dei miei preferiti. Scoprì Julia Child, il suo Mastering the Art of French Cooking e, curioso, mi accorsi che molti altri film di Nora Ephron mi erano già familiari, come C'è posta per te, Insonnia d’amore e Harry ti presento Sally.

Julia Child

Il suo Mastering the art of French Cooking





Non ho un QI da invidiare, ma sono una persona curiosa, ed è proprio questa curiosità che mi spinge a conoscere.

Fu proprio quella curiosità a spingermi a cercare informazioni su Nora Ephron, una donna di cui mio zio, anni prima, mi aveva parlato suggerendomi di guardare i suoi film per conoscerla meglio.

E così, inizia la storia di come la cucina sia entrata nella mia vita e di come Nora Ephron sia diventata una delle mie muse ispiratrici, insieme alla sua adorata Julia Child.


Nora insieme a Meryl Streep sul set di Julia & Julie 


Quando ho scoperto che Angela Frenda aveva scritto un libro tutto dedicato a Nora, non ho resistito. Quando ho potuto, sono corsa in libreria e ho comprato Una torta per dirti addio.

Penso che Angela Frenda la conosciate tutti (Chi non l'ha mai vista nel salotto di Antonella Clerici, chiacchierare di cucina e non solo?) è una figura di riferimento nel giornalismo gastronomico italiano, con un percorso che abbraccia stampa, televisione e letteratura. Angela ha iniziato la sua carriera come cronista politica per il Corriere della Sera, per poi spostarsi nel settore enogastronomico. Attualmente è responsabile editoriale della rivista mensile COOK, dedicata – come suggerisce il nome – alla cucina.

Se le mie informazioni sono corrette, Angela Frenda è stata tra le prime giornaliste a introdurre la cucina all'interno dei periodici italiani, in particolare proprio nel Corriere della Sera. Da sempre appassionata di libri di cucina, la sua avventura nel giornalismo enogastronomico è arrivata quasi per caso. Un caso che le ha cambiato la vita. Inizialmente, non era nemmeno così convinta di voler scrivere di cucina – un argomento che, all'epoca, in Italia veniva visto come "di serie B" e spesso snobbato da altri giornalisti. Fu suo marito a indirizzarla verso quella strada, che si è poi rivelata essere quella giusta.

Questa passione per i ricettari l'ha avvicinata alla figura di Nora Ephron, che, oltre a essere una grande scrittrice, sceneggiatrice e regista era anche una cuoca appassionata. Ed è proprio questa sua passione che l'ha spinta a scrivere un libro su questa donna incredibile che è stata Nora Ephron.

Vi lascio la trama del romanzo, seguita dai miei pensieri, intrecciati a riflessioni personali e a piccole curiosità su Nora, i suoi film e la sua grande compagna di vita: la cucina.

Una torta ha grandi poteri. E Nora Ephron lo sapeva bene. Infatti, ogni volta che ha potuto, l’ha lanciata in faccia alle crudeltà della vita: con una torta (al lime) ha chiuso un matrimonio pieno di lacrime e tradimenti. Con una torta (alle mandorle) ha fatto in modo che la celebrassero dopo la morte. A 12 anni dalla scomparsa, avvenuta per una leucemia fulminante nel giugno 2012, questo libro racconta la storia di uno dei personaggi femminili più amati (soprattutto) dalle donne, perché ha insegnato loro che c’è sempre il modo di trasformare una sconfitta in una vittoria. Giornalista, regista, sceneggiatrice, scrittrice, femminista, amica, madre, newyorkese, umorista: Nora Ephron è stata tutto questo assieme. Ma è stata anche, aspetto forse meno noto, una straordinaria cuoca. Di piatti veri e di sentimenti. Un’esistenza ricca e avventurosa, la sua, dove non è mai mancato lo spazio per una buona pastasciutta o per un arrosto preparato come si deve. Il legame con il cibo era così intenso che al funerale lasciò ai suoi cari la raccolta delle loro ricette del cuore. Molte le ritroverete nel volume che, capitolo dopo capitolo, vi porterà alla scoperta di Nora Ephron e della food writer ante litteram che è stata. Perché, come ripeteva lei stessa, «quello che amo della cucina è che alla fine di una dura giornata c’è qualcosa di confortante nel fatto che se sciogli il burro e aggiungi poi la farina e il brodo caldo, sai che quel composto diventerà denso. Ed è una cosa sicura, in un mondo dove nulla lo è».

Questo romanzo – che, per essere precisi, è più un saggio – mi è piaciuto molto, per diverse ragioni. La prima è che unisce due delle mie passioni più grandi: la cucina e le parole.

La seconda è che racconta la vita di una donna che, come ho scritto prima, considero una delle mie muse ispiratrici.

Nel libro ho scoperto aspetti della vita di Nora che non conoscevo, aneddoti esilaranti e altri più spiacevoli, ma soprattutto le sue ricette.

Nora ha fatto del cibo la tela che ha unito tutti i tasselli della sua incredibile vita.

Il cibo è convivialità, e questo Nora lo sapeva bene. Amava organizzare pranzi e cene a casa sua, cucinando i piatti preferiti dei suoi amici. Ma, essendo così sincera, a volte il pensiero di dover preparare piatti complicati la metteva in crisi, e allora preferiva comprarli già pronti, senza nasconderlo (o almeno non sempre).


Il cibo ha rappresentato diverse forme di unione: amicali, sentimentali, lavorative.

Alcune di queste unioni sono durate a lungo, fino alla fine, altre sono terminate prima, spesso in modo turbolento, come il suo matrimonio con Carl Bernstein, che ha ispirato la scrittura di Affari di cuore, diventato poi un film di successo. In questo caso, Nora non ha esitato a mettere "su piazza" i suoi panni sporchi, raccontando di come fosse stata tradita dal marito con la sua migliore amica mentre era incinta di sette mesi del loro secondo figlio. Immaginate che trauma.




Nora, però, aveva imparato presto che tutto è ispirazione, anche una tragedia simile. (Sì, essere tradita è una tragedia. Essere tradita con la tua migliore amica è una tragedia. Essere tradita mentre sei incinta di sette mesi è una tragedia). Ma aveva anche imparato che, in un modo o nell'altro, nella vita è possibile ridere di qualsiasi cosa.

Ed è al cibo che Nora ha dedicato gran parte della sua vita, e non solo... Sapevate che, al suo funerale, fece in modo che venissero regalati ai suoi ospiti i piatti che più amavano?

Nora era sicuramente una donna fuori dagli schemi.

Per chi non la conoscesse, ne faccio un brevissimo ritratto (non basterebbe un libro per parlarne, ma per quello ci ha pensato Angela Frenda):

Nora Ephron (1941-2012) è stata una scrittrice, sceneggiatrice e regista statunitense, celebre per il suo talento nell'unire commedia e dramma. Conosciuta soprattutto per film come Harry ti presento Sally, C'è posta per te e Insonnia d'amore, ha raccontato storie di amore, relazioni e vita quotidiana con uno stile brillante e ironico. Oltre alla sua carriera cinematografica, Ephron era una grande appassionata di cucina, che ha influenzato anche il suo lavoro, come nel caso del film Julie & Julia, ispirato alla sua biografia e alla figura di Julia Child. La sua vita è stata segnata da una miscela di successo e tragedie personali, che ha trasformato in arte e ispirazione.


Nora non si definiva una romantica, eppure lo era e i suoi cult cinematografici ne sono una prova. Così come non si definiva femminista, ma lo era. Eccome se lo era.

Nora sapeva che la cucina non era sempre vista di buon occhio. Le donne, per emanciparsi, si sono spesso dovute distaccare da essa, l'unico spazio che per molto tempo è stato loro concesso. Ma se una donna sceglie liberamente di abitare quel luogo, senza che le venga imposto, non è forse una scelta autentica? E se una donna lotta per ciò che ama – e lei amava cucinare – non è forse quella una scelta femminista? Nel caso di Nora Ephron, la sua passione per la cucina, che ha unito la sua creatività e la sua carriera, diventa un atto di autodeterminazione.

Angela Frenda ha una storia simile. Come ho scritto precedentemente, è nata come giornalista politica, e quando le venne proposto di entrare nel mondo della cucina, inizialmente pensò che accettare sarebbe stato "poco femminista". Temendo che gli altri l’avrebbero screditata, la cucina le sembrava un passo indietro, come se fosse retrocessa a un ruolo meno importante. In un'intervista a Storie di donne al bivio, ha raccontato che questa situazione la mise molto in crisi. Fu suo marito a farle notare come nel suo comodino ci fossero molti più libri di cucina che di politica, suggerendole che parlare di cucina non fosse affatto qualcosa di cui vergognarsi.

Insomma, tornando a Nora. Lei fu tante cose, lei è tante cose. Perché parlare al passato quando la sua eredità è ancora così viva e presente nelle nostre vite? Io ho rivisto Harry ti presento Sally il mese scorso e stasera ho voglia di rivedere C'è posta per te.

E in tutto ciò che ha fatto ci ha messo quell'amore che credeva di non avere, o di riservare solo in determinate occasioni. 

Ecco perché le sue pellicole sono più reali che mai, nonostante la classica storia a lieto fine.

Nora era ben consapevole che la vita poteva essere davvero bastarda, e lei voleva raccontare la parte bella (ma senza filtri), avrebbe lasciato agli altri il compito di raccontare dei drammi.

Nora era sincera, in cucina non sempre le riusciva tutto bene, ma sapeva mascherarlo, un po' come prima di lei aveva insegnato Julia Child.

Julia diceva che se ti cade la frittata a terra e nessuno ti vede, puoi servirla comunque. Nora invece dispensava consigli su come coprire torte sgonfie al centro "ricopri con dello zucchero a velo e abbellisci con delle fragole." 

Solo io credo che questa sia un po' una metafora della vita e del suo modo di affrontarla?

Forse non è tanto importante quello che ti succede, ma come lo affronti e sappi che puoi ricavare qualcosa di buono anche da un disastro.

Come Nora ci ha insegnato attraverso le sue storie, la vita non è mai completamente prevedibile. E proprio come in una torta, gli ingredienti di una buona storia sono spesso mischiati insieme in modi inaspettati. La sua eredità vive ancora nelle parole di autrici come Angela Frenda, che continuano a raccontarci che la vita, anche nei suoi momenti più difficili, può essere dolce se affrontata con il giusto spirito.

E scusate, adesso devo proprio andare, voglio assolutamente provare la sua torta di noci pecan, sapendo già che se dovesse sgonfiarsi saprò come rimediare.

Alla prossima,

Marta. 








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