Buongiorno e buon venerdì.
Ormai ho preso questa abitudine di raccontarvi un libro, integrando alla mia opinione sulla lettura, le vicende storiche legate al romanzo.
Questa volta vi parlo di Oliva Denaro, un bellissimo romanzo di Viola Ardone (che avevo già conosciuto con Il treno dei bambini) che racconta la storia di Oliva, una ragazza che è stata abusata e che successivamente si è rifiutata di sposare il suo violentatore, proprio come fece Franca Viola, a cui è ispirato il romanzo dell'Ardone.
Vi lascio la trama e di seguito il mio parere condito da alcune conoscenze storiche su Franca Viola e sulla fine del matrimonio riparatore.
Trama:
La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza. «Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni». Dopo "Il treno dei bambini", Viola Ardone torna con un’intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un’epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.
Cosa ne penso?
Sapevo già di cosa parlasse il romanzo, quindi mi sono approcciata al suo ascolto con interesse e altrettanto timore. Il tema della violenza sulle donne è, ovviamente, un tema che non può non starmi a cuore. Mi aspettavo di soffrire "solo" nel racconto della violenza, invece ho sofferto prima, durante e dopo. Oliva racconta la sua storia in prima persona, partendo dall'infanzia, un'infanzia piena di divieti. Oliva è prima una bambina e poi una ragazza come tutte le altre, ma è proprio il suo essere nata "fimmina" che diventa il problema. La madre sarà sempre un passo dietro di lei, anche quando non è fisicamente presente, per ricordarle cosa significa essere femmina, cosa può fare e cosa non è opportuno fare. E i divieti non riguardavano fatti particolarmente scandalosi; bastava poco affinché qualcuno non vedesse di buon occhio il suo comportamento. Ad Oliva basterà ballare ad una festa di paese ed incrociare lo sguardo di un ragazzo per perdere tutto. Sì perché quel ragazzo non si limiterà a sguardi fugaci e a sorrisi di cortesia, vorrà di più, e quel di più lo prenderà con la forza, ma non tutto, perché la forza di un NO sarà più forte di un corpo maschile. Quello stesso ragazzo infatti non solo rapirà Oliva, ma la violenterà, abuserà del suo corpo ed inevitabilmente della sua mente, e poi le chiederà la mano. Perché? Perché c'è stato un tempo spaventoso - e non troppo lontano - dove la legge funzionava così: tu uomo potevi rapire e violentare la donna che desideravi come tua futura moglie ma che a sua volta non ricambiava il sentimento. In questo modo avresti violato non solo il suo corpo ma anche il suo onore e nessuno l'avrebbe presa più in sposa, così sarebbe stata costretta ad accettare quella proposta macchiata di brutalità. Oliva non ci sta, dice no, non sposerà l'uomo che l'ha presa con la forza, lei non lo ama, anzi il sentimento che prova nei suoi confronti adesso è simile all'odio e al disgusto. Oliva dirà No, e lo farà supportata da un padre controcorrente per l'epoca e da una madre che si sente in colpa per averla cresciuta con timore nei confronti della vita e degli uomini. Oliva dirà No e lo dirà dapprima con voce tremante e poi con sempre più coraggio. Oliva cambierà le sue sorti, che sembravano già scritte. E la storia di Oliva non è del tutto opera di fantasia perché si ispira alla storia di Franca Viola. Franca Viola è una figura simbolo della lotta contro la violenza e le tradizioni patriarcali in Italia. Nata nel 1947 a Ciminna, un piccolo paese siciliano, nel 1965 subì un rapimento e uno stupro da parte di un uomo che cercava di costringerla a sposarlo. In quel periodo, se una donna veniva violentata, la famiglia poteva "salvare l'onore" accettando un matrimonio riparatore con l'aggressore. Franca Viola, però, rifiutò questa soluzione e denunciò pubblicamente il suo aggressore, facendo un passo audace per difendere la sua dignità e i suoi diritti. Questo gesto fu rivoluzionario per l'epoca, poiché sfidava le convenzioni sociali e le leggi che tutelavano, di fatto, l'aggressore. La sua scelta portò alla condanna del suo rapitore e alla fine della pratica del matrimonio riparatore in Italia. Franca Viola è diventata così un simbolo del cambiamento e dell'emancipazione femminile nel paese. A Franca dobbiamo tanto.
Dal romanzo di Viola Ardone è stato tratto anche uno spettacolo teatrale che ha visto protagonista Ambra Angiolini nei panni di Oliva Denaro. E se cercate più informazioni in merito alla vicenda che ha coinvolto Franca Viola, su Rai Play trovate una serie di documentari molto interessanti.


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