Immagina vivere la tua vita tranquillamente.
Una casa, un lavoro, un marito, cinque figli, molti libri - quasi tutti best seller - e poi tanto altro, le gioie e i dolori del quotidiano.
Immagina poi ritrovarti su un letto d'ospedale senza sapere né il come né il perché, senza ricordare nulla della motivazione che ti ha fatto ritrovare lì, e immagina scoprire che nel tuo cervello c'era un ospite indesiderato dal nome oscuro, quel nome che fa paura anche solo pensarlo: cancro.
Questo è quello che è successo a Sophie Kinsella, e questa è la storia che racconta nel suo ultimo romanzo Cosa si prova, il più autobiografico.
Ho conosciuto Sophie Kinsella molti anni fa grazie ad un'amica che mi ha prestato un suo romanzo, me lo ricordo come se fosse ieri, il romanzo era Sai tenere un segreto? ed io venni subito catturata da quello stile fresco, ironico, esuberante e dolce.
Da quel giorno, non ho più smesso di leggere i romanzi di Sophie Kinsella e sono arrivata a considerarla una delle mie autrici del cuore.
Ammetto che, scoprire la notizia della malattia è stata una doccia fredda anche per noi lettori, soprattutto per i più affezionati.
Probabilmente è difficile da spiegare ma quando un autore o un'autrice, con le sue storie, le sue parole, i suoi personaggi, entra nella tua vita, lascia un'impronta e quella della Kinsella nella mia non è indifferente.
Lei è una delle mie tante ispirazioni, l'ho detto in un'intervista che mi è stata fatta a marzo da Larna Olivero per Autrici emergenti, fra le mie tante ispirazioni non potevo non citare il suo nome.
(Questo non vuol dire che la mia scrittura sia anche solo lontanamente paragonabile a quella della Kinsella, semplicemente le sue storie e la sua penna ironica e irriverente mi danno tanta ispirazione.)
All'annuncio di Cosa si prova ho gioito - come succede con ogni suo romanzo - ma ho anche avuto paura.
Sapere che stai per leggere pagine decisamente meno spensierate rispetto a quelle alla quale sei abituata, e soprattutto scoprire che ti imbatterai in una storia dolorosa e reale beh... non è stato semplice.
Ancora prima del romanzo però, è uscita un'intervista per Robinson Repubblica a cura di Sara Scarafia (alla quale ho persino scritto i miei complimenti per il tono dell'intervista) e già lì ho avuto modo di scoprire a cosa sarei andata incontro con la lettura del romanzo.
Sophie Kinsella si racconta infatti in tutta la sua straordinaria essenza, quella di donna ironica, grata, fragile e forte al tempo stesso.
Ammetto che ho trovato commovente anche l'intervista quindi mi sono preparata psicologicamente alla lettura del romanzo.
L'8 Ottobre è uscito per Mondadori Cosa si prova.
Mi è stato regalato per il compleanno e l'ho iniziato e finito in una sera.
In Cosa si prova Sophie Kinsella si racconta attraverso il personaggio di Eve, una scrittrice di romance bestseller che vive la sua vita fra una battitura e un'altra, nel mezzo cinque figli e un marito.
Eve racconta del suo libro più famoso, diventato successivamente un film e della notorietà che però non cambia l'assetto della sua vita.
E poi... una sorta di black out.
Qualcuno in sala ha spento le luci, ma chi è stato? E perché? Eve non ha dato il permesso a nessuno di intrufolarsi nella sua testa e decidere di fare quello che gli pare e piace.
Si risveglia in un letto d'ospedale, una benda in testa e tanta confusione.
Suo marito è lì, e sarà lui a spiegare ad Eve cosa è successo.
"Ti hanno trovato un tumore al cervello. Sei stata in sala operatoria per otto ore, lo hanno tolto."
Eve da quel giorno dovrà reimparare a camminare, a cantare quelle canzoni di Natale che conosceva a memoria, ogni tanto la luce si spegne ancora ma per fortuna suo marito torna sempre a riaccenderla.
Un tumore al cervello.
Un ospite indesiderato dentro di te.
Eve racconta proprio cosa si prova nell'apprendere una notizia del genere e nel doverci convivere.
Le emozioni sono tante, si alternano, delle volte la confondono ma Eve sa con certezza una cosa: non è sola.
E allora inizia a vedere la vita come un romanzo, questo il consiglio del marito: fai come quando scrivi il tuo romanzo, vivi giorno per giorno, capitolo dopo l'altro, poco per volta.
Che poi sarà la parte più difficile, perché come dirà lei stessa: sono una romanziera, sono abituata ad essere Dio, a sapere cosa succederà già nel capitolo successivo.
Vivrà una vita normale plus con la consapevolezza che le cose possono anche cambiare ma che lei ci penserà quando succederà.
Cosa si prova è un romanzo commovente, significativo, profondo ma anche molto ironico.
Sophie Kinsella racconta l'inferno ma lo fa ricordandosi e ricordando al lettore che comunque anche in mezzo all'inferno c'è qualcosa alla quale vale la pena aggrapparsi.
Non dirà che il cancro l'ha cambiata spronandola ad essere grata alla vita o più consapevole delle sue fortune, lei lo era già grata, ed era anche consapevole delle sue fortune, non serviva un cancro come lezione di vita, e non lo racconterà così, dirà semplicemente una volta la vita era più divertente ma fortunatamente ... c'è sempre quel ma fortunatamente a fare la differenza.
Piove? Che pizza. Ma fortunatamente abbiamo l'ombrello.
Ecco, la filosofia del ma fortunatamente.
Racconta come vedere le cose da un'altra prospettiva, che non vuol dire minimizzare gli eventi ma semplicemente capovolgerli per sorriderci su, perché ridere delle volte è proprio difficile.
Ma racconta pure i momenti di sconforto, la rabbia, i perché, la paura.
Questo romanzo è vero, semplicemente questo.
Leggerlo mi ha procurato un groppo alla gola alternato a qualche sorriso.
Lo stile di Sophie Kinsella è ormai inconfondibile e lo si evince anche in questa storia così tanto introspettiva.
Che dire?
Sophie resta una regina nel campo rosa e non perde occasione per dimostrarlo...
da scribacchina in erba le devo molto e continuerò a farlo anche quando il mio stile si discosterà dal suo.
Spero che in questo momento delicato le arrivi tutto l'affetto e il calore di chi non si ha mai perso una nuova uscita e la segue con costanza e ammirazione.
Intanto vi dico di recuperare l'intervista e il romanzo e se non avete mai letto un romanzo di Sophie Kinsella sappiate che vi sto metaforicamente tirando le orecchie.


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