Passa ai contenuti principali

La festa dei morti #Folclore

"Vai a letto che stanotte arrivano i morti!"

Questa una frase tipica che ogni bambino siciliano si è sentito dire almeno una volta nella vita.

Lo so che può sembrare inquietante ma per noi non lo è mai stato, o almeno, personalmente attendevo con ansia che arrivassero i morti, perché? Beh perché sapevo già che l'indomani mattina avrei trovato dei giocattoli e u cannistru.

Ma andiamo per ordine...

In Sicilia la notte fra l'uno e il due novembre è festa grande. Arrivano i morti!

Fra l'uno e il due novembre infatti, celebriamo le anime dei nostri defunti, e lo facciamo con una festa colorata fatta di pupi i zuccaru , visite al cimitero e canzoni popolari.

La festività, che può sembrare alquanto bizzarra, aiuta in realtà ad esorcizzare la paura della morte ed è molto simile al Dia de los muertos messicana.

Leggenda vuole che in questa notte di passaggio, le anime dei nostri cari defunti, lascino il cimitero per venirci a trovare e lasciano ai più piccoli dei doni. C'è chi lascia dei soldi, chi dei giochi, chi del vestiario ma in nessuna casa manca u cannistru, il cesto ricco di prelibatezze dolci. I nostri biscotti dei morti sono i tetù e i te io, le reginelle, le ossa dei morti e ovviamente la frutta martorana, ovvero della pasta di mandorle realizzata a forma di frutta.




Le strade si riempiono di colori. Ovunque puoi trovare bancarelle che espongono non solo la frutta martorana ma anche i famosi Pupi i zuccaru, delle vere e proprie bambole realizzate sempre con la pasta di mandorle


Generalmente si pranza con la muffoletta, un panino condito con acciughe, olio, sale e pepe, e formaggio, qualcuno aggiunge anche il pomodoro.



Ma prima di pranzo, si vanno a trovare i defunti al cimitero, per ringraziarli dei doni che ci hanno portato durante la notte.

Un'antica filastrocca racconta un po' questa festività:

“Armi santi, armi santi, Io sugnu unu e vuatri sisi tanti, Mentre sugnu ‘ntra stu munnu di guai, Cosi di morti mittitiminni assai”. Così si invitano le anime dei defunti a lasciare i doni: nella notte tra l’1 e il 2 novembre, si nascondono alcuni regali per i bambini, che al risveglio li cercano in casa. 

Bellissimo anche il racconto del grande Camilleri su questa festività tanto antica quanto affascinante:


E ovviamente non possono mancare le canzoni, la più famosa è sicuramente questa:

“Talè chi mi misiru i Morti, ‘u pupu cu l’anchi torti, a atta ch’abballava, u surci chi sunava. Passa la zita cu ‘a vesta di sita, passa u baruni cui cavusi a pinnuluni”.

Insomma, la festa dei morti è tutto fuorché macabra ed inquientate.
In questi giorni in tutta la Sicilia si respira un'aria di festa, si ricordano i propri cari con il sorriso e li si attende passare a lasciarci un dono.

La festa, come dicevo prima, ha molteplici similitudini con Lo dias de los muertos messicana, perché il principio è sempre lo stesso, celebrare i nostri cari defunti, con balli, con canti, con una festa ricca di musica e colore.



 

Se Halloween mi piace per il suo tono dark e macabro, la festa dei morti mi piace perché legata alla mia tradizione, alle mie radici e alla mia infanzia.

E ricordiamoci, le due cose possono coesistere :)
















Commenti

Post popolari in questo blog

La recensione del venerdì Il mare fino a qui di Simona Fruzzetti

Sono profondamente convinta di una cosa: non siamo noi a scegliere i libri, sono loro a scegliere noi, e con questa lettura ne ho avuto ancora una volta la prova. I miei due spicci su Il mare fino a qui, dopo la trama. Un lungo racconto che tocca corde sensibili. Due protagoniste difficili da dimenticare. Jackie lascia Birmingham per concedersi un breve soggiorno vinto con un concorso a premi. Questo, almeno, è quello che dichiara ai colleghi che la vedono partire senza dare ulteriori spiegazioni. In verità, sotto suggerimento della sua analista, è alla ricerca di uno spazio dove poter decomprimere dopo il lutto che l’ha colpita. A Pant Glas, meta scelta per il suo ritiro, incontra Edna che, insieme agli animali della sua fattoria, la esorterà a vedere con altri occhi il suo passato e il suo futuro. Il mare fino a qui  è la struggente e delicata storia di due donne ferite, consapevoli che l’accettazione sia l’unica via da percorrere per raggiungere la serenità. Cosa ne penso? Quest...

La recensione del venerdì: Vuci luntani di Dario Cascio

  Quanto mi piace raccontare i libri che ho letto... Trama Ti propongo 14 racconti che, in maniera diversa, narrano di un’isola piena di meraviglie e contraddizioni, dove Palermo e la Sicilia sono insieme rifugio ed enigma, luce e penombra. 14 storie in siciliano, ma tradotte anche in italiano e in inglese, tutte nello stesso libro. Storie personali che ho deciso di raccontare e storie inventate di sana pianta, ma con radici profonde nell’Isola a tre punte. Ogni racconto nasce come una confidenza discreta, un’immagine catturata nella mia terra e offerta a chiunque desideri immergersi nelle sue sfumature. Troverai frammenti d’infanzia vissuta per le strade della Sicilia e lunghi viaggi verso mete lontane. Se scegli di aprire questo libro, sappi che entrerai in un luogo molto intimo. Non solo per me. Tutti i siciliani, vicini e lontani conservano gelosamente lo stesso “luogo intimo!” nel loro cuore. È quel luogo che profuma di zagara e panelle fritte, di ricordi che non si cancellano...

La Barca di San Pietro: una tradizione tra fede, natura e magia

Visto il successo dell'articolo dedicato all'acqua di San Giovanni, ho pensato di farne uno simile per un'altra tradizione italiana, anch'essa un mix fra fede, natura e magia: si chiama Barca di San Pietro ed è una piccola magia che si fa nella notte tra il 28 e il 29 giugno , proprio per la festa di San Pietro e Paolo . Ve la racconto, così magari la provate anche voi insieme a me. È una di quelle cose che si tramandano da nonne e zie, con quel mix di fede, natura e un pizzico di mistero che rende tutto più affascinante. Foto di @greenme.it Come si fa? Semplicissimo. La sera del 28 giugno: prendi un bicchiere (o una bottiglia di vetro trasparente), riempi con un po’ d’acqua, versa dentro l’albume di un uovo (solo l’albume, niente tuorlo!), lascia il tutto all’aperto , meglio se sotto il cielo, tipo sul balcone o sul davanzale, vai a dormire. La mattina dopo, senza agitare il bicchiere , vai a guardare cosa è successo: l’albume deve essersi trasforma...