Mi sono accorta che in questo blog non ho ancora portato un'altra delle mie passioni... Sono cresciuta a pane e serie tv, amo appassionarmi alle storie del piccolo schermo, e anche se negli anni il tempo che spendo dedicandomi a questa passione per forza di cose è diminuito, lei rimane.
Ovviamente il piccolo schermo non è l'unico che mi interessa, anche il grande schermo ha su di me un fascino e un'attrattiva particolare fin dall'infanzia, tutto merito del mio papà cinefilo.
Ma tornando a noi, ho aperto questo blog per dare spazio a tutto quello che mi piace e che caratterizza la mia vita, ma non avevo ancora avuto modo di parlare di serie tv, e allora perché non iniziare dalla serie che quest'anno mi ha rubato il cuore surclassando tutte le altre? E soprattutto perché non unire ad una recensione - la chiamo così giusto per darmi un tono, in realtà saranno semplici scleri sconclusionati - una ricetta?
Ebbene sì, dopo la rubrica legata alle ricette del mondo ho deciso di aprire quella che chiamerò Cucina, BingeWatcha e Ama chiara citazione al film Mangia, prega e ama, dove porterò una tantum (senza una cadenza specifica perché a me di fare le cose in modo professionale non interessa insomma ahaha) la recensione di una serie tv - o di un film - associata alla ricetta di un piatto presente in quella serie tv!
Quindi, bando alle ciance, sclero time su Ted Lasso e a seguire la ricetta degli shortbread, come sempre accompagnati da qualche curiosità sul piatto perché la Clelia D'Onofrio che è in me prende il sopravvento quando si parla di cibo.
E adesso è il momento della ricetta!
Fin dal primo episodio, questi biscotti (che personalmente amo, ne farei indigestione) possono essere considerati fra i protagonisti della serie, perché? Perché compaiono praticamente in tutti gli episodi di Ted Lasso! E a prepararli è proprio lui, Ted.
Nella serie, i biscotti in questione hanno un ruolo speciale, diciamo che saranno il primo passo verso la nascita di una grande amicizia, ma non voglio spoilerarvi altro, e dato che ho la tendenza a fare spoiler senza volerlo, meglio che inizi a parlare degli shortbread.
Curiosità:
Per conoscere le origini dello shortbread si deve fare un bel salto nel tempo e percorrere i secoli che ci separano dal Medioevo. Siamo in Scozia, e ci si sofferma poi in questa Nazione, ma i biscotti oggi protagonisti non sono sua esclusiva: impasti simili si trovano in tutto il Regno Unito e anche in Danimarca, negli Stati Uniti e in Svezia – dove sono chiamati Drömmar (che significa “sogno”, si riconosce infatti la stessa radice inglese “dream”).
L’impasto antenato degli shortbread era a base di pane – come, d’altronde, suggerisce il nome stesso (“bread“, pane): pane vecchio e raffermo ma da riciclare, e quindi cotto ulteriormente (bis-cotto) e servito molto tostato. Un altro ingrediente che non è più presente negli shortbread scozzesi è il lievito di birra, presente nel pane. La struttura del pane lievitato cotto nuovamente portava a una consistenza molto friabile (“short” in shortbread è termine in disuso che significa proprio “friabile”), che è rimasta condizione fedele negli shortbread durante tutte le evoluzioni. Come ottenerla, senza lievito? La risposta è tanto burro, ingrediente sul quale la Scozia ha pochi eguali, e che è strettamente collegato alla cultura del territorio.
La vera svolta per i shortbread, ovvero il momento che sancisce ufficialmente la loro natalità scozzese, arriva grazie a Maria Stuarda regina di Scozia. Mary Stuart regnò durante il Cinquecento e si narra che amasse tantissimo questa ricetta, tanto che ne studiò personalmente una versione ben precisa – rimasta poi pressoché invariata: aggiunse lo zucchero, e si divertì a presentarli nelle due classiche forme che ancora oggi li distinguono (lo racconto tra qualche riga). Comunque grazie, cara Maria Stuarda!
La regina Mary Stuard ha sicuramente conferito alla storia una svolta decisamente peccaminosa, ma di fatto la prima ricetta degli shortbread stampata nero su bianco non apparve prima del 1736, oltre cento anni dopo il regno della Queen. Protagonista di questa settecentesca parte di storia è la scozzese Mrs. McLintock, che incluse i shortbread nel libro di ricette “Mrs. McLintock’s Recipes for Cookery and Pastry-Work”.
FONTE: Dissapore
Ricetta
ingredienti:
350 gr di farina 00
250 gr di burro freddo di frigo (tagliato a tocchetti)
120 gr di zucchero
1 pizzico di sale
Procedimento
1) Con uno sbattitore elettrico lavorate il burro e lo zucchero fino a quando il composto non sarà diventato cremoso.
2) Aggiungete la farina setacciata e il pizzico di sale e continuate a lavorare, prima con lo sbattitore e successivamente con le mani.
3) Formate un panetto e avvolgetelo nella pellicola, fate riposare il composto in frigo per circa trenta minuti.
4) Una volta riposato, stendetelo con una mattarello formando un quadrato, da questo quadrato con un coltello o un tarocco ritagliate dei rettangoli.
5) Adagiate i biscotti sulla teglia e prima di infornarli bucherellate con una forchetta la superficie (non come si farebbe per la base di una crostata, i buchi sono solo decorativi in questo caso, ne basteranno sei lungo la superficie del biscotto).
6) Infornare a 180° per circa quindici/venti minuti, non di più, una caratteristica degli shortbread è la loro friabilità, se troppo cotti perderanno questo elemento.
E adesso non vi resta che mangiarli accompagnati da una tazza di té, o confezionarli in piccole scatole di cartone rosa e regalarli al vostro capo...
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