Alzi la mano chi non si è mai sentito un po’ fuori posto. Solo. Incompreso. Dai, succede a tutti almeno una volta. E quando capita, ci sono storie che ti fanno sentire meno strano, meno “sbagliato”. Libri, film, personaggi che sembrano guardarti dritto dentro e dirti: “Ehi, ti vedo. Ti capisco.” Per me, l’ultimo a farlo è stato Frankenstein di Guillermo del Toro . Del Toro prende il romanzo di Mary Shelley – già potentissimo di suo – e lo trasforma in qualcosa che ti resta addosso. Una favola gotica che parla di solitudine, di fragilità, di quel bisogno enorme che tutti abbiamo: essere accettati. E lo fa con una delicatezza che, sinceramente, mi ha lasciata senza parole. La cosa incredibile è quanto questa storia, scritta due secoli fa, sia ancora attualissima . Quando Mary Shelley ha creato il suo Frankenstein, non ha inventato solo un mostro: ha creato un’anima. Un essere che, sotto tutta quella “mostruosità”, desidera solo essere amato. E ditemi se non è terribilmente contemporan...